LinkedIn e Personal Branding: qualche strategia

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Conosci le 5 W?
“Who”, “What”, “When”, “Why”, “Where”.

Rappresentano il cammino naturale attraverso il quale scrivere un tema, contestualizzare un romanzo, dare vita ad un articolo giornalistico o anche approcciare al problem solving in generale: insomma, sono le 5 piccole parole da tenere a mente in svariati ambiti riguardanti la scrittura, la comunicazione ed il lavoro, soprattutto editoriale.

Questo stesso, minuscolo vocabolario può diventare la fortuna del tuo profilo LinkedIn e, di conseguenza, della tua carriera. Come? Ci arriviamo in un secondo.

LinkedIn: la rete sociale dedicata al lavoro

Se non hai confidenza con LinkedIn, ecco un paio di righe per spiegarti di cosa si tratta: viene popolarmente definito “il social network dedicato alla carriera” ed è stato fondato e lanciato da Microsoft nel 2003.

È un servizio gratuito ma consente di poter accedere a funzionalità opzionali a pagamento e viene utilizzato proprio per entrare nel mondo del lavoro in maniera virtuale, aumentando il proprio bagaglio di contatti e diffondendo contenuti specifici anche relativi alle proprie mansioni e skill da pubblicizzare.

Ad oggi, questo utilissimo social è presente in oltre 200 Paesi del mondo e, nel 2017, aveva già superato i 530 milioni di utenti; tuttavia, soltanto negli ultimi anni il boom ha interessato anche l’Italia in maniera più massiva: ancora oggi, ci sono molte persone che non hanno idea di come sfruttarlo o persino delle sue potenzialità che, di fatto, sono enormi. Soprattutto per chi lavora in campo digital, in effetti, si rivela una vera e propria miniera d’oro sia per offrire che per acquisire contenuti, nozioni, informazioni; una sezione è anche dedicata a brevi corsi online ben fatti ed esaurienti.

Strategie di utilizzo

L’errore tassativamente da non commettere è quello di utilizzarlo come un qualunque altro social network dedicato alla vita personale: insomma, a meno di non essere chef o ristoratori, meglio evitare di postare le foto del piatto che si è consumato a pranzo, per intenderci.

Fondamentale, però, è compilarne ogni parte con professionalità, condividendo il proprio curriculum vitae, le proprie esperienze lavorative, la propria formazione e anche i traguardi raggiunti; inoltre, è possibile dare qualche input riguardo alle proprie passioni e ad eventuali progetti di beneficenza o di volontariato ai quali si partecipa: anche questo è personal branding, perché dice molto di noi!

Non si tratta di “vendersi” o di “sapersi vendere” ma, anzi, di rendersi disponibili per chi potrebbe essere interessato ad una figura come la nostra, segmentando ed intercettando il pubblico in base a degli interessi o degli obiettivi comuni: esattamente come in tutte le branche del marketing, l’intento è aiutare l’offerta a raggiungere la richiesta.

Altra cosa fondamentale: l’introduzione.

C’è un box facoltativo da riempire, che può contenere un massimo di 2000 caratteri, utile per fare un summary delle proprie skill o attività: molti non lo sfruttano, perdendo un’importante occasione per farsi notare. Scrivendo in modo conciso ma anche simpatico o accattivante, invece, si può davvero carpire l’attenzione e invogliare le persone a visitare il nostro profilo; d’altro canto, è lo stesso tipo di raccomandazione che si fa a chi scrive articoli o monta dei video; le prime parole, le prime immagini vanno curante ancor più che tutto il resto del lavoro, perché è proprio lì che ci si gioca la “permanenza” dell’utente sul nostro prodotto!

Proprio per tutti questi motivi la regola delle 5 W è essenziale: ci aiuta, in pochi click, a mettere gli utenti al corrente di chi siamo, di cosa ci occupiamo, del luogo in cui ci troviamo (o nel quale saremmo propensi a spostarci), delle nostre esperienze e dei motivi che ci hanno spinto in determinate direzioni; insomma, è la nostra storia personale che si contestualizza con il nostro profilo di lavoratori.

Perché nella giungla del mondo del lavoro odierno riuscire ad emergere dalla folla è un’altra skill da coltivare!

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