Spunta blu: vip a pagamento!

La spunta blu adesso è a pagamento: cosa c'è dietro?

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È stata testata già in Nuova Zelanda e Australia la possibilità di acquistare l’ambita spunta blu.

Basterà pagare poco più di 12 euro al mese ed essere inseriti in una lista d’attesa finché Mark non darà nuove direttive.

“Nel futuro ognuno sarà famoso per 15 minuti”

Lo diceva Andy Warhol vedendoci lungo, sebbene oggi servano meno di 15 minuti per diventare “famoso”: possono bastare 15 secondi di un reel per stravolgere completamente la tua vita, oppure no. Perché è vero che diventare virale è facilissimo, ma non tutti i blogger, i tiktoker o i content creator riescono a cavalcare l’onda della celebrità.

Se non possiamo guadagnarcela, allora la compriamo!

Stiamo ovviamente parlando della “spunta blu“, della verifica da parte di casa Meta che rende, o forse è più corretto dire rendeva, il tuo profilo autorevole, sincero, sicuro.

Basterà pagare solo 12 euro al mese, praticamente il costo di un ordine di 30 articoli su Shein, per ricevere l’ambitissima spunta della verifica.

Ok, mettiamo che Giulia, aspirante blogger, decida di acquistarla: cosa riceve?

Oltre ad avere la targhetta color Napoli Campione d’Italia vicino al nickname “@giulianelmodo” che attesta la veridicità dell’account, i suoi contenuti saranno privilegiati rispetto a tutti gli altri. Ciò significa che se deciderai di pubblicare un contenuto dedicato alla situazione geopolitica del Qatar e non hai la spunta blu e Giulia pubblica uno scatto del panorama di Roma Nord, il suo contento surclasserà il tuo, ci dispiace.

Meriti a confronto: vale davvero la pena rimanerci male?

Non abbiamo nulla contro Giulia e le sue foto artistiche, ma l’idea di dover lottare il doppio per poter emergere tra i miliardi di contenuti proposti online ci rende un po’ perplessi.

Non è una sfida a chi merita di più la fama, la nostra è solo un’osservazione sulle modalità proposte da casa Meta e di una scelta che sembra avere un’interesse puramente economico.

Noi non vogliamo farci i conti nelle tasche di Mark, ma tra i milioni di licenziamenti dei mesi scorsi e gli investimenti che ancora non hanno reso, era davvero la strada giusta da prendere?

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