Chi è e cosa fa il ghostwriter?

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Una cosa è certa: qualunque sia precisamente il suo ruolo, la figura del ghostwriter riesce ad indurre sensazioni ambivalenti nelle persone, poiché viene avvertita come una sorta di “impostore legalizzato”, come un autore di “plagio autorizzato”.

In verità, di scrittori che hanno fatto lavorare la penna per altri o di scienziati ed inventori che hanno fatto scoperte poi brevettate da terzi è piena la storia: basti pensare a tutte le commissioni prese da Lovecraft o ai teoremi matematici che portano nomi ben diversi da quelli dei loro reali autori.

D’altro canto, sono tantissimi, ad esempio, i VIP che – per mancanza di tempo, preparazione o abilità – hanno affidato ad altri la scrittura della propria biografia. Persino Roman Polański ha raccontato la vita di un ghostwriter in una sua bellissima pellicola del 2010.

Non deve, quindi, scandalizzare che, con l’avvento di internet, l’editoria digitale abbia inglobato questo concetto. Ma, nell’ambito web, di cosa si occupa esattamente un ghostwriter e perché la sua parcella è più alta di un qualunque altro web writer?

Lo scrittore ombra digitale

Nell’era del marketing digitale è diventato praticamente fondamentale curare la propria identità virtuale attraverso una serie di attività e strategie volte a pubblicizzare il proprio lavoro o la propria azienda: sono tantissimi, ad oggi, i siti web corredati di blog, e-commerce, schede prodotto o persino comunicati stampa che hanno il compito di venir diffusi online (anche sui social media) per raggiungere il maggior numero di potenziali clienti possibile e offrire al pubblico un’immagine coerente e costantemente aggiornata dei propri servizi. Anche gli smartphone (e la ricerca vocale) hanno avuto un ruolo importantissimo nella faccenda, poiché hanno sdoganato l’accessibilità alla rete, rendendola fruibile h24 e 7 giorni su 7 praticamente in ogni luogo del globo: ecco perché chi ha bisogno di reperire informazioni, in questo secolo, lo fa molto più velocemente attraverso i motori di ricerca piuttosto che intavolando confronti con amici e parenti oppure spostandosi in loco, di volta in volta. Tutto è smart, istantaneo, a prova di click e, di conseguenza, non si può prescindere dall’essere raggiungibili in questo modo poiché, in uno scenario alternativo, si verrebbe per forza di cose penalizzati rispetto ai competitor.

A questo punto, nello scegliere qualcuno a cui affidare il compito di curare la comunicazione, si possono scegliere due strade:

  • attribuirgli i meriti (con articoli di blog firmati, menzione sul proprio sito di riferimento o altro);
  • “comprare” da lui, oltre al lavoro svolto, anche i credits.

Si può, infatti, siglare un accordo che permetta al richiedente di firmare il lavoro del writer (che sia una parcella fissa e/o una percentuale sulle royalties delle vendite, in caso si tratti di libri o contenuti a pagamento) che, a sua volta, potrà firmare un accordo di riservatezza che lo obblighi a non divulgare a nessuno il suo operato. In sostanza, il committente acquista la paternità dei contenuti e il ghostwriter, di contro, non potrà mai più avere nulla a pretendere su quel materiale, parcella e/o percentuali a parte, ovviamente.

Il lavoro del ghostwriter

Non ci sono grandi differenze tra quello che un bravo web writer e un ghostwriter fa, eccetto sul “come” lo fa: lo scrittore ombra, infatti, deve riuscire ad immedesimarsi molto di più nel progetto, scrivendo come se fosse un altro. Oltre ad avere dimestichezza con la penna e con il marketing, insomma, deve possedere delle naturali doti di “empatia” che gli consentano di agire, parlare e comportarsi esattamente come farebbe il suo cliente, visualizzando e valorizzando i suoi obiettivi e tenendo presente la sua personalità.

Insomma, non è un lavoro per tutti, soprattutto in mancanza di un’ottima padronanza della questione “Tone of Voice“.

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