Quanti Millennials come me, ad esempio, rimanevano incantati davanti alle storie che s’inventava il team della Barilla negli anni ’80?
Di esempi ne potremmo fare ancora tantissimi: dalla Apple a Starbucks, dalla Coca-Cola alla Red bull, da Ikea ad Amadori e Telecom Italia/Tim, Vodafone, Wind e infiniti altri marchi, sono state tantissime le storie e addirittura le miniserie a puntate che si sono scelte di raccontare negli anni attraverso i media; narrazioni spesso appassionanti, costruite a regola d’arte per creare quell’empatia e quell’identificazione automatica nelle famiglie che erano a casa a guardarle in Tv.
Corporate storytelling
Nell’ambito del branding, la strategia dello storytelling è potentissima perché, se adoperata con maestria, sa diventare molto persuasiva.
In fondo, è più che comprensibile: sono le emozioni, le attese, la curiosità e le aspettative ad appassionarci, è molto più difficile colpire nel segno – a parità di condizioni – con una campagna pubblicitaria singola e breve, piuttosto che con una serie di spot “a puntate” che svelano mano a mano dei personaggi o degli episodi da raccontare.
Ultimamente lo ha dimostrato benissimo quel simpaticissimo insieme di mini-spot creati per la merendina “Buondì“, immersi in un’atmosfera così ironica e divertente che hanno attirato l’attenzione persino dei giovanissimi oltre, ovviamente, a tante critiche; ma, si sa, in questo ambito l’importante è che se ne parli, giusto?
Insomma, la forza della narrazione sta nella sua stessa natura, nella possibilità che ci dà di legarci, coinvolgerci e affezionarci ad una storia e, di conseguenza, a quel particolare brand: semplice, geniale ma allo stesso tempo molto articolato, perché tra tanti racconti bisogna scegliere quello giusto e “montarlo” nella maniera più “empaticamente emozionale” possibile!
Per un corporate storytelling a prova di bomba, quindi, che elementi vanno considerati?
Ovviamente, dettagli visuali e copy in una combinazione… esplosiva. Non si possono accompagnare immagini meravigliose a testi banali e, allo stesso modo, non è possibile corredare una storia emozionante con un design scadente: tutto deve viaggiare all’unisono, fosse anche incastonato in una piccola perla minimal (scenari monocolore o poche parole messe insieme) che riesca ad essere d’impatto e a rendersi, in sostanza, indimenticabile, virale.