Cos’è la Schwa e come si usa

Diffusa da alcuni anni, la schwa nasce per rendere il linguaggio maggiormente inclusivo. Ma come funziona nello specifico? Scopriamolo insieme.

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La lingua italiana è una delle più ricche al mondo, nonché una delle più articolate. Si tratta di un idioma molto antico che affonda le sue radici molti secoli fa. Tuttavia, è anche una lingua in continua evoluzione, capace di adattarsi alle novità della società. 

Negli ultimi anni è sempre più diffuso l’utilizzo parole nate per aumentare l’inclusione e il rispetto verso le minoranze. In particolare, ha riscosso una grande attenzione l’utilizzo del termine schwa. Si tratta di un simbolo utilizzato in realtà a livello internazionale, che sta ad indicare una vocale neutra. Dal punto di vista grafico viene indicato tramite la lettera ə. Ma andiamo a vedere più nello specifico da dove nasce e come si utilizza la schwa.

Scwha: che cos’è?

Per schwa intendiamo una desinenza finale neutra che può essere utilizzata in sostituzione dei plurali maschili universali, al fine di rendere il linguaggio maggiormente inclusivo. In altre parole, lo scopo ultimo è quello di abbattere i pregiudizi presenti nel linguaggio verso le donne e coloro che appartengono alla comunità lgbtq+. La scwa è rappresentata tramite il simbolo ə. 

Contrariamente a quanto si possa pensare, però, il termine non è affatto un’invenzione recente. Esso infatti nasce molto tempo fa e già da molti anni fa parte dell’alfabeto internazionale fonetico. In particolare, alcune testimonianze storiche fanno riferimento all’introduzione del termine Shav all’interno dell’ebraico medievale. Il significato della parola non è ancora ben chiaro, ma secondo molti sta ad indicare i termini “uguale”, “pari” o “niente”. Era utilizzata dagli eruditi intorno al decimo secolo dopo Cristo. Nell’800 invece il linguista tedesco Johann Andreas Schmeller fu il primo ad introdurre nell’alfabeto latino il simbolo ə per indicare una vocale breve. Molti anni dopo l’esperto Alexandre John ellis utilizzò la schwa per indicare una vocale indistinta dell’inglese da quel momento essa si diffuse nell’alfabeto fonetico internazionale. 

Tuttavia, è soprattutto negli ultimi anni che il simbolo sta conoscendo una forte diffusione, in concomitanza con le rivendicazioni inclusive dei diversi movimenti, come quello femminista e lgbtq+. In particolare, in Italia nel 2015 fu l’attivista Luca Boschetto a essere il primo a suggerire l’utilizzo del simbolo all’interno della lingua italiana. La schwa è stata ritenuta anche dalla linguista Vera Gheno una buona alternativa all’asterisco, solitamente utilizzato per i nomi neutrali.

Ad oggi può essere utilizzato anche all’interno delle tastiere degli iPhone. Nello specifico, per utilizzare la schwa sulla tastiera è necessario tenere premuta la lettera e a carattere classico e da lì compariranno una serie di diverse versioni della lettera, tra cui ə. Può essere altresì utilizzata anche sui computer Windows, scaricando l’app Autohotkey ed effettuando la combinazione shift + Alt + a. Sui computer Mac invece può essere utilizzato anche il simbolo matematico derivante dalla combinazione di option + capslock + D. 

Come utilizzare la Schwa nella lingua italiana

La schwa deve essere utilizzata quando si fa riferimento ad una persona di cui non si conosce il genere e, più in generale, per riferirsi alle persone che si dichiarano non binarie.

Sull’utilizzo della schwa ci sono state anche numerose polemiche. È recente per esempio la polemica scatenata dall’accademia della Crusca, che ha definito il termine inaccettabile all’interno del vocabolario italiano. Altrettanti linguisti però si sono detti invece favorevoli ad accogliere l’utilizzo della schwa. 

In effetti, le lingue sono soggette costantemente a cambiamenti. La lingua parlata oggi in Italia, ad esempio, non è certo quella parlata dai nostri antenati 500 anni fa o anche solo 100 anni fa. Una lingua viva è tale solo se in grado di adeguarsi alle nuove esigenze che nascono all’interno della società.

Inoltre, è curioso notare come la schwa, oltre ad essere presente nella lingua inglese moderna, come ad esempio nella parola eBay, sia già utilizzata in molti dialetti italiani, in particolare in quelli del centro Italia.

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