La trasformazione digitale durante il lockdown

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La trasformazione digitale che ha investito tutto il paese durante il periodo del lockdown ha avuto un forte impatto sull’economia legata al settore digital.

Secondo GoDaddy,il più grande provider al mondo di domini web, il 20% delle micro-imprese italiane, ovvero una su cinque, ha attivato vendite online e servizi di delivery per sopravvivere al lockdown imposto durante l’emergenza Covid-19.

La ricerca dal titolo: “Trasformazione digitale durante il lockdown: le micro imprese italiane”, è stat condotta  proprio allo scopo di analizzare i comportamenti online delle micro-imprese durante l’emergenza sanitaria, analizzando un campione di imprese attive nei settori commercio al dettaglio, ristorazione e studi professionali, con un fatturato medio annuo di 200.000 euro, definite nell’indagine “saracinesche”.

Quello che risalta è il fatto che nonostante il loro basso livello di digitalizzazione, le micro imprese italiane si sono attivate per cercare canali digitali alternativi che garantissero la continuità e la sopravvivenza dell’attività economica; per questo tipo di micro imprese il primo passo per la digitalizzazione è rappresentato dall’apertura di un sito web: tuttavia, solo il 41% riesce a utilizzare un sito “vetrina” in maniera funzionale e a renderlo rilevabile tramite i motori di ricerca. Non solo: tra queste, solo il 27% riesce ad attrarre volumi di traffico rilevanti sul proprio sito web, registrando più di 500 visite al mese.

Tali aziende hanno dimostrato un’ottima capacità di reazione e una buona attività di sviluppo e creazione di servizi digitali per far fronte alla crisi dovuta all’emergenza sanitaria per rimanere in contatto con i propri clienti o conquistarne di nuovi: sono stati attivati numerosi servizi di vendita online o di delivery, oppure anche entrambi.

In particolare i ristoranti che hanno attivato servizi di delivery hanno scelto di effettuare le consegne con un corriere interno (80%) o di utilizzare un servizio di terze parti, come per esempio Glovo (20%). Per contro, i servizi informativi digitali non sono stati valorizzati dalle micro imprese durante i mesi di emergenza: solo il 6% ha introdotto, per esempio, servizi di newsletter per rimanere in contatto con i propri clienti.

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