Niente Ads per le pagine con fake news

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Facebook continua la sua battaglia anti-fake.

Dopo le restrizioni previste per chi manda in onda fake live, con immagini a loop o semplici countdown, sono stati presi provvedimenti anche per chi mette online fake news.

Un fenomeno, quello delle bufale, che si ingigantisce sempre di più e che, alle base, nasconde qualcosa di molto squallido e poco professionale.

Guadagnare con le bufale

È infatti risaputo, ormai, che tantissime delle notizie che circolano in rete sono false e, spesso, solo “acchiappaclick“, per guadagnare in base alle visite ricevute, da parte del pubblico, sul proprio portale.

Il fenomeno è in crescita perchè non tutto il popolo di internet riesce a destreggiarsi alla perfezione tra le fonti e, oltretutto, il trend crescente anche di molti siti web, blog e giornali di utilizzare titoli “invitanti”, di certo non aiuta.

D’altro canto, non si può nemmeno assicurare con certezza matematica che sia la testata a fare da garante, perchè ci sono stati casi in cui anche nomi piuttosto importanti del panorama nazionale ed internazionale della notizia sono caduti in tranelli, poi svelati successivamente con qualche errata corrige.

In effetti, il web è uno contenitore infinito di materiale che si rinnova ogni giorno ed è alquanto impossibile stargli dietro. Quello che è possibile, però, è cercare di verificare sempre ciò che si legge e, ancor di più, che si condivide, cercando riscontri delle notizie altrove e non fermandosi alla prima fonte.

Ad ogni modo, la buona notizia è che, secondo quanto rivelato dall’ANSA, Facebook sta combattendo a muso duro la realtà delle bufale online, ostacolando la promozione e la sponsorizzazione delle pagine adibite alla diffusione di questo tipo di contenuti. Una buona notizia per noi, ovviamente, ma pessima per chi, con questo trucchetto, fino ad oggi, ha guadagnato anche troppo in maniera disonesta e politically incorrect!

Chi si occuperà di valutare le notizie?

Secondo quanto riportato dallo stesso team di Facebook: “Abbiamo trovato casi di pagine che usano gli spot su Facebook per costruire il proprio pubblico così da distribuire fake news in modo più ampio. Adesso, se una pagina condivide ripetutamente notizie giudicate false da valutatori esterni, non potrà più comprare spazi pubblicitari. (…) Le notizie false sono dannose per la nostra comunità. Rendono il mondo meno informato ed erodono la fiducia“.

Ma chi farà da “controllore” per ne news in uscita sul social?

A parte la collaborazione dei singoli utenti, che hanno la possibilità di segnalare i contenuti comodamente, con un paio di click, ci saranno realtà come Associated Press e Snopes a fare da checker.

L’augurio è che tutti i portali social si impegnino ad agire nello stesso senso, rendendo quantomeno più difficoltoso e arduo il cammino verso il guadagno per chi ha fatto della disonestà un “lavoro” senza scrupoli.

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